Questo livello in realtà non risulta tra le originarie configurazioni di Raid in quanto, non producono informazioni di parità e tanto meno si può considerare ridondante; utilizzato solitamente per aumentare le prestazioni in fase di lettura e scrittura di un sistema attraverso la tecnica di scrittura in striping ed è, adoperato solitamente per implementare array Raid di uso casalingo, per creare una serie di dischi virtuali a partire da quelli fisici
Il numero di dischi necessario per creare un Raid 0 è di un minimo di due unità e un max di 26 dischi Il grande vantaggio di tale implementazione Raid è, come detto, il considerevole aumento delle capacità di storage e delle prestazioni delle operazione di In/Out cioé, della scrittura e lettura dei dati memorizzati
Di contro però, l'aumento del numero di dischi, porta una sensibile diminuzione dell'affidabilità del Raid 0 infatti, è pari a meno di quella di un solo hard disk per questo, definito come privo di fault tollerance: il guasto di un solo disco provocherebbe una perdita dati non avendo informazioni di ridondanza per ricostruire i dati.
La mancanza di ridondanza, della fault tollerance e quindi dell'affidabilità dell'array complessivo, come detto, è da imputare al metodo impiegato per memorizzare i dati; lo striping, traducibile come "divisione a strisce", suddivide i dati da memorizzare in blocchi che, solitamente si possono preimpostare durante la configurazione del Raid 0
Di fatti, si può stabilire la grandezza dei blocchi in base la quale i dati vengono divisi per essere immagazzinati sui vari dischi. Questo sistema prevede quindi che un solo files venga diviso e, a loro volta, ogni blocco scritto su una diversa unità disco del Raid 0 (vedi immagine).
Da ciò, si evince che un dato più piccolo della grandezza delle stripe (o blocco) viene memorizzato su un unico disco mentre, se più esteso sarà distribuito tra i vari dischi Nel caso di una operazione di recupero dati quindi, i dati salvabili saranno principalmente questi dato che, quelli maggiori della grandezza delle stripe saranno frammentati, non avendo alcuna informazione di ridondanza per poterli "ricostruire".
Un sistema Raid 0, solitamente necessita l'implementazione di due o più dischi SCSI gestiti da un controller Raid (Intel, Adaptech, Mylex ecc...) in caso si tratti di un sistema di Raid hardware; con l'uso di un sistema Raid software la gestione dei dischi è affidata al sistema operativo con un classico controller (Fibre Channel, ATA, SCSI ...)
Quest'ultima, risulta più conveniente in quanto non è necessario acquistare una componente extra ma, solitamente è meno performante Entrambi le configurazioni del Raid 0 sono economiche a confronto con gli'altri livelli e, per le sue alte prestazioni ha avuto molta diffusione nonostante la criticità di tale sistema in termini di sicurezza.
In linea di massima si può dire che, il Raid 0 viene impiegato solo quando è necessario aumentare le prestazioni delle operazioni di scrittura e lettura dei dati, per questo preferito anche al Raid 1 se si è indifferenti alla sicurezza del sistema
Infatti, è del tutto sconsigliabile implementarlo se non si vuole rischiare che il crash di un solo disco comprometta tutto l'array Come già detto prima, il Raid 0 viene utilizzato solo quando si vogliono aumentare le prestazioni o quando viene applicato ad un sistema non critico Il Raid 0 è solitamente scelto da chi gestisce file molti grandi o flussi di dati intensi come i files di tipo sequenziale come quelli di grafica, video e audio.
Per avviare un recupero dati da Raid 0, proprio per la tecnica utilizzata per memorizzare le informazioni di striping, si rende necessario applicare le operazioni di data recovery su tutte le unità dell'array Per ricostruire a livello binario i dati andati persi è necessario prima di tutto capire e ripristinare l'ordine dei dischi per individuare il primo, quello che ha il Master boot
Procedendo con il recupero di tutti i dischi si riesce a tracciare le stripe corrispondenti per ogni unità e, recuperare i dati del Raid 0 Nel caso di un Raid 0 software si procede più o meno nello stesso modo; anche qui, è necessario prima di avviare il recupero, stabilire quale dei dischi contenga il boot sector.
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